Questo sito utilizza i cookie per fornire i suoi servizi. Proseguendo nella navigazione, accetti il loro utilizzo. Maggiori informazioni

HOME

CLICCA QUI PER IL NUOVO SITO

Gli abiti nelle fotografie sono disponibili per l'acquisto.

Scegli il modello che preferisci, e clicca sulla fotografia per vedere altre immagini:

 
 

Per fare un vestito ad arlecchino ci mise una toppa Meneghino,
ne mise un'altra Pulcinella, una Gianduia, una Brighella.
Pantalone, vecchio pidocchio, ci mise uno strappo sul ginocchio, 
e Stenterello, largo di mano mise qualche macchia di vino toscano.
Colombina che lo cucì fece un vestito stretto così.
Arlecchino lo mise lo stesso ma ci stava un tantino perplesso.
Disse allora Balanzone, bolognese dottorone:
T'assicuro e te lo giuro che ti andrà bene il mese venturo
se osserverai la mia ricetta:
un giorno digiuno e l'altro bolletta! 

 

 

 

arlecchino.gif (21958 byte)

 

 

 

 

 

 

 

La maschera di ARLECCHINO è di tradizione italiana, proviene dalla Lombardia. E' la maschera più famosa. Abita a Bergamo, è molto conosciuta per il suo vestito fatto a pezze e di tanti colori. BALANZONE, bolognese. E' la maschera che parla più di tutte. Il dottor Balanzone espone le sue idee e i suoi consigli, ricorrendo a un diluvio di parole, piene di sentenze latine, di proverbi sgangherati nella grammatica e nella sintassi, ma pomposi e imponenti, tali da far restare a bocca aperta. BRIGHELLA, Servo di origine bergamasca è insolente e astuto. Il suo personaggio era originariamente un servo buffo e intrigante (il nome brighella deriva da "briga"), al punto che non si riesce mai a capire se la furberia sia un voluto abbandonarsi al gioco degli inganni e se la balordaggine non nasconda una buona dose di finezza. CAPITAN SPAVENTA Il suo nome per intero è Capitano Rodomonte Spaventa, anche chiamato Capitan FRACASSA. Capitan Spaventa è una maschera tradizionale italiana della regione Liguria del XI secolo. Ha un vestito a strisce colorate, gialle e arancioni, un cappello a larghe falde abbellito con piume colorate, ricchi stivali e una spada lunghissima che trascina facendo molto rumore. COLOMBINA, L'unica maschera femminile ad imporsi in mezzo a tanti personaggi maschili, briosa e furba servetta. E' vivace, graziosa, bugiarda e parla veneziano. COVIELLO, maschera calabrese, riveste diversi ruoli: il servo astuto, il capitano, il ruffiano, il suonatore di mandola, è sempre pronto ad allietare la compagnia e a cantare dolci serenate sotto le finestre di belle fanciulle innamorate. LA MASCHERA LUCANA è una specie di stregone che combatte gli spiriti maligni. Il costume è quello tipico dei pastori ha il pantalone di velluto e sugli scarponi ci sono le pelli di pecora intrecciate con lacci di cuoio, sulla giacca porta un ampio mantello a ruota che si lega sul collare nero di montone con un bottone di legno di quercia. In testa ha un enorme cappellaccio con una falda molto ampia. MENEGHINO una maschera che viene dalla Lombardia precisamente da Milano. E' un servo vestito alla popolana e non porta la maschera. Spavaldo a parole, ma cauto nei fatti è all' apparenza egoista ma con un' anima caritatevole. PANTALONE  E'  una maschera veneziana. Veste sempre molto semplicemente, ai piedi porta le pantofole, ha un camicione e una calzamaglia rossi con un colletto bianco e sopra indossa un mantello nero. PEPPE NAPPA Agile e delicato, maestro nel fare graziose mossette, Peppe Nappa è una simpaticissima maschera siciliana. La parte della casa che preferisce è la cucina, e lì lo si può trovare quasi sempre. Peppe ha un' altra caratteristica,  quella di sapersi trarre da ogni impiccio. PULCINELLA Napoletano, Figura buffa e goffa, anch'essa molto nota,  un gran naso, mascherina nera, gobba, cappello a punta, camiciotto e pantaloni bianchi. E' una delle maschere italiane più popolari. RUGANTINO Personaggio del teatro popolare romanesco, il cui nome sembra derivare dal dialettale "ruganza" (arroganza). In origine ebbe costumi da gendarme, e si ricollegava in questo ai Capitani della commedia dell'arte, ma successivamente indossò panni civili, e rappresentò il tipo di popolano violento ma generoso, vero e proprio antenato del moderno bullo di periferia sempre pronto a sbeffeggiare il potere costituito e a difendere coloro che la miseria finisce col porre fuori legge. STENTERELLO è una maschera della tradizione italiana, tipica della Toscana. E' molto generoso con chi è più povero di lui, è dotato di arguzia e di saggezze, unite all'ottimismo, gli fanno superare le avversità della vita. Spesso è ricercato dai suoi creditori. TARTAGLIA invece e di origine veronese. Servo balbuziente, su questa caratteristica costruisce tutta la sua comicità, per esempio può accadere che, parlando di Pantalone, dica co-co-co in modo tale che non si capisca se questo è cornuto o contento. Il pubblico ride e sghignazza. GIANDUJA La maschera torinese. Non è molto vecchia come maschera, nasce nell'800 e fu subito adottata dai piemontesi che vedevano riflesso in lui il loro spirito arguto, il desiderio di libertà accompagnato a tanto buon senso, è caparbio e sospettoso, se non vede chiaro in quanto gli accade intorno. Indossa in testa un tricorno e la parrucca con il codino.